20070225

07 Skyscraper

CONCORSO INTERNAZIONALE DI ARCHITETTURA

Nel 2007 ho partecipato in collaborazione con gli Arch. Parei Stefania e Laura Vuillermoz al concorso internazionale di architettura proposto dalla eVolo Architetture.

eVolo Architetture è stata fondata da un gruppo di architetti nel 2003 con sede a New York City. Dal 2006 questo concorso è sempre stato proposto con lo scopo di creare un forum di discussione sullo sviluppo di nuove idee del disegno architettonico del XXI secolo.
Questo tema è interessante in quanto permette di esplorare, ripensare e sperimentare una nuova idea di grattacielo che potrebbe cambiare la concezione e ridefinire il termine grattacielo. Un viaggio nello sconosciuto che sfida la logica del
presente, che formula nuove domande, e che forse è in grado di offrire alla società un nuova tipologia edilizia. Un edificio per le generazioni future, che si adatta al cambiamento repentino della vita della società, capace di aumentare le potenzialità e le percezioni.
Il concorso non prevedeva alcuna restrizione per ciò che concerne: forma, sito, destinazione d’uso o grandezza.
Cosa significa "grattacielo" all’inizio del XXI secolo? Qual è il contesto storico e sociale nel quale si inseriscono queste megastrutture? In che modo il grattacielo si connette alla città e la città con esso? Il grattacielo, da solo, può essere considerato come una città all’interno della città? Si è persa di vista la progettazione a scala umana attraverso la costruzione del grattacielo?
Queste sono le domande che il mio gruppo di progettazione si è posto e alle quali abbiamo cercato di dare una risposta attraverso la nostra ricerca.

Tavola 1 presentata al concorso

Tavola 2 presentata al concorso

SCELTA DEL LUOGO

Quando si parla di grattacieli, il pensiero si collega direttamente agli U.S.A., e specialmente alle immagini delle città di New York e Chicago, luoghi che possono essere ritenuti la patria degli skyscrapers, in quanto è proprio lì che è nata questa tipologia costruttiva.

In omaggio a questa motivazone, abbiamo scelto di calare il nostro progetto nella città di New York. Più precisamente la scelta è ricaduta sulla Roosevelt Island, ritenuto da noi un luogo "chiave" che potenzialmente potrebbe connettere due parti della città di New York tradizionelmante e culturalmente molto diverse: Manhattan e il Queens.

La particolare forma allungata dell’isola, come quella di una nave, con le estremità "affusolate" a poppa e a prua, ci ha ispirate e indirizzate a scegliere la punta sud come sito ideale per l’ubicazione del grattacielo. Posizione dominante e privilegiata perchè gode della vista su Manhattan, Queens e Brooklyn.

La pianta dell’edificio, o meglio del compleso di edifici progettati, è triangolare: si tratta di un perfetto triangolo equilatero, con una delle punte rivolta verso sud enfatizza ancora di più questo aspetto. La nuova maga struttura, immaginata rivestita di vetro a specchio, che sembra quasi sorgere dall’acqua, riflette sui vetri il panorama cha la circonda, e la società che la vive.

Il mondo naturale ha ispirato tutto il percorso progettuale. L’osservazione delle forme naturali, specialmente la loro struttura e il meccanismo di accrescimento, ci ha portate a studiare i frattali, considerati il minimo comune multiplo degli esseri viventi.

CONCEPT

Il concept consiste nella sperimentazione dell’applicazione della geometria frattale e delle sue caratteristiche nel campo architettonico, per lo sviluppo del progetto del grattacielo. Questo processo è evidente soprattutto osservando l’evoluzione dell’edificio in pianta.
La dimensione frattale, il caos e la caratteristica di auto-somiglianza, sono tutti elementi che si possono riscontrare nel progetto, perchè intrinsechi in esso.


Composizione volumetrica

Il risultato della composizione volumetrica è avvenuta attraverso l’estrusione dei triangoli posti all’estremità del generatore e dell’esagono centrale.
Quest’operazione è avvenuta seguendo un criterio modulare: la lunghezza di ogni lato del triangolo è di 45metri, e l’altezza dell’interpiano è di 5metri.
Il modulo è quindi un parallelepipedo a base triangolare (triangolo equilatero con lato pari a 45m)e altezza pari a 45m, in tal modo il modulo presenta nel prospetto una faccia quadrata di 45x45metri. Ciascun modulo comprende 9 piani.
Le torri hanno altezze diverse: la più piccola è formata da 5moduli, la media da 6 e la grande da 7. In tal modo, il complesso di grattacieli appare meno tozzo.
Al fine di rendere più affusolata ciascuna torre, e quindi l’intero complesso, ogni grattacielo è stato "sfilato" lungo i prospetti, e l’ultimo modulo di ciascuna torre è stato tagliato a 45°.

Iter della composizione volumetrica. Da sinistra verso destra:
1) estrusione dei triangoli
2) estrusione dell’esagono centrale
3) estrusione frattale
4) divisione in moduli 45x45x45 m
5) taglio a 45° dell’ultimo moduo
6) Sfilamento del prospetto delle torri


I triangoli che compongono ciascuna torre, sono connessi da collegamenti orizzontali e verticali, ciò avviene ad ogni passaggio di scala.
La connessione verticale avviene per mezzo dell’elemento esagonale che si trova in ciascuna torre e che ingloba il così detto "cuore" del grattacielo, ovvero le scale e gli ascensori.
Le connessioni orizzontali connettono le torri tra loro, ma a differenti altezze. I link orizzontali sono tre e collegano le torri a due a due, girando in senso antiorario.


I volumi gialli rappresentano i link orizzontali che collegano le torri a due a due



Bioclimatica & Bioarchitettura

E’ noto che la costruzione di un grattacielo e la sua manutenzione richiedono negli anni un immenso consumo energetico. Tale consumo può essere ridotto attraverso una progettazione che tenga conto dell’aspetto bioclimatico.
L’architettura bioclimatica, che non deve essere confusa con la bioarchitettura, si basa su un modello abitativo che soddisfa i requisiti di comfort con il controllo passivo del microclima, inteso come una strategia che, minimizzando l’uso di impianti meccanici, massimizza l’efficienza degli scambi tra edificio e ambiente.
La regolazione delle condizioni microclimatiche interne si ottiene controllando attentamente le caratteristiche geometriche, localizzative e tecnologiche della costruzione edilizia.
Il concetto di bioclimatica è legato profondamente alla consapevolezza che il progresso tecnologico possa trovare un limite nella capacità di sopportazione dell’ambiente e nell’esauribilità delle risorse naturali. I principali fenomeni che influiscono negativamente sullo stato dell’ambiente nascono dall’esigenza di disporre di grandi quantità di energia non rinnovabile.
In questo senso, un ruolo fondamentale è svolto appunto dalla progettazione architettonica bioclimatica, e in particolare dall’efficienza energetica dell’ambiente costruito, poiché una grande quantità delle emissioni dei gas inquinanti proviene proprio dagli impianti di climatizzazione e di riscaldamento.
Partendo dai presupposti sopra citati, e dalla definizione di architettura bioclimatica, intesa come quel complesso di soluzioni progettuali che consente di garantire, all’interno di un edificio, il mantenimento di condizioni di benessere utilizzando, il meno possibile, impianti che richiedono consumi energetici da fonti esauribili (quindi non rinnovabili), nella prima fase progettuale l’aspetto bioclimatico è entrato a far parte del progetto architettonico.
Ciò è avvenuto durante il processo compositivo, ovvero mettendo in relazione la forma delle singole torri e dell’intero complesso, con le possibili energie rinnovabili presenti nel contesto, in modo da massimizzare lo sfruttamento di queste ultime.
In altri termini, si è cercato di progettare un edificio in grado di stabilire un rapporto particolarmente stretto ed interdipendente con l’ambiente esterno ad esso, in modo da disperdere quantità minime di calore quando è molto freddo, captare energia solare durante le ore diurne (soprattutto nei mesi invernali), immagazzinarla ed usarla quando serve, respingere le radiazioni solari nei periodi più caldi, nei quali, invece, dovrebbe cedere calore verso l’esterno in maniera cospicua.
Il comportamento bioclimatico è stato indotto, cioè creato, nell’edificio attraverso una serie di accorgimenti progettuali e l’impiego di opportune configurazioni planimetriche e formali.
Durante la fase progettuale, i fattori che sono stati presi per primi in considerazione, poiché influenzano gli scambi di calore sono stati: la localizzazione, la forma e l’orientamento delle torri.
Nelle facciate le torri presentano serre che sono state inserite seguendo un preciso criterio logico. Esse sono alte 15m, ovvero comprendono tre piani alti 5m ciascuno, e ruotano in senso antiorario su ogni lato di ciascuna torre.


Schema distributivo delle serre integrate nelle torri
Le serre, o più comunemente conosciute come giardini d’inverno (winter garden), consentono di riscaldare o rinfrescare gli spazi abitativi per mezzo di griglie elettriche e finestre domotiche. In inverno l’aria calda che si accumula al suo interno viene immessa nelle stanze, mentre in estate avviene esattamente il contrario.
Oltre all’aspetto bioclimatico, si è fatto anche cenno a quello bioarchitettonico, pensando di prevedere la localizzazione di dispositivi fotovoltaici sulla sommità delle torri, ovvero dove sono stati fatti i tagli a 45°.